“Sono sopravvissuto grazie a tre sogni: uscire dal riformatorio dove ero stato messo, diventare capobanda, uccidere mio padre. Sogni che ho realizzato. Tranne il terzo. Per un pelo… Per anni è stata la fiamma della vendetta a darmi la forza di vivere”.
Diretto e schietto, così si presenta nel libro “Più forte dell’odio” Tim Guenard, perché la sua storia estrema non permette giri di parole, nella sua vita non c’è spazio per troppe concettualizzazioni. “Abbandonato a tre anni, sulla strada, dalla madre; inchiodato per due anni a un letto di ospedale, a causa delle botte ricevute dal padre: l’infanzia di Tim è un inferno di rabbia e odio, in un alternarsi di riformatori, famiglie affidatarie e istituti. A 12 anni comincia a vivere sulla strada, e lì è una lotta quotidiana contro la fame, il freddo, i cattivi incontri. Poi il pugilato, grazie al quale riesce a emergere e ad acquistare un po’ di rispettabilità. Ma dentro di lui brucia l’odio e cresce il desiderio di vendetta contro il padre”.
Oggi noi del Pog vi presentiamo una rarità nel panorama della letteratura italiana. Si tratta di un libro passato in sordina tra i tanti titoli che si trovano spesso in libreria. Nella sua prima edizione è sembrato quasi un flop, probabilmente non era il suo tempo o semplicemente per una questione di marketing non ha trovato copertina e titolo adatti a catturare il pubblico. Rimane il fatto che alla fine del 2013 è arrivata una richiesta importante in tutta Italia. E’ così che nel 2014 esce la nuova edizione di “Più forte dell’odio”. La testimonianza di Tim Guenard ha raggiunto tantissimi giovani che come lui si trovano a fare i conti con l’inferno del proprio cuore. Quando la vita ti prende a pugni e tu non sei ancora pronto a difenderti, non c’è molto da dire, ti assale un senso di ingiustizia e di rabbia. Tim è uno di questi. Io personalmente potrei scrivere fiumi di parole su questo libro, ma vi lascio solo alcuni spunti che lo stesso autore del libro suggerisce e che sono in pieno stile Pog.
Il primo di tutti è che c’è una buona notizia per ognuno di noi: siamo liberi. Così scrive Tim mentre sistema le arnie sul versante della montagna: “Un’ape mi volteggia intorno, mi ronza vicino al viso, torna sul fiore, già carica di polline. La sua vita è regolata come una partitura: essa suona le note della sua eredità, ordini secolari trasmessi dal codice genetico. L’ape come tutti gli animali non può cambiare alcunché di quel comportamento programmato.
L’UOMO SI. L’uomo è libero di scambiare il proprio destino, per il meglio o per il peggio. Io, figlio di un alcolizzato, bambino abbandonato, ho deviato il colpo della fatalità. Ho fatto mentire la genetica. Questa è la mia fierezza”. Non c’è notizia più grande di questa. In qualsiasi parte del mondo tu ti trovi, chiunque tu sia, a qualsiasi razza tu appartenga, qualunque sia la tua storia, sei libero di scegliere, puoi cambiare la direzione del tuo viaggio, puoi preferire il bene al male. Puoi mentire la genetica. Puoi. Scegliere è l’unico vero atto rivoluzionario che ti è concesso. Il più potente.
Il secondo spunto che il caro Tim ci lascia è questo. Nella vita ciò che ti muove sono i sogni. Quest’uomo dalla grande statura (fisica e di animo) è sopravvissuto per anni perché spinto da alcuni desideri., tra questi c’era la volontà di uccidere quel padre che tanto lo aveva ferito. Desideri cattivi, non c’è dubbio, desideri che forse lo hanno messo in cammino ma non gli avranno lasciato pace. Per fortuna però ha incontrato persone che hanno acceso in lui desideri buoni. Ciò che ti fa camminare e ti da una direzione sono i tuoi sogni, ciò che ti rende libero e felice sono i sogni buoni, quelli che ti conducono su terre di pace, di pienezza, di felicità.
Tim è oggi sposato e padre di quattro figli. La sua è una storia di grandi cambiamenti: dalle strade parigine in cui ha incontrato sofferenza, violenza, prostituzione, è passato al silenzio delle montagne francesi, dall’odio all’amore, dalla rabbia alla pace. Vi lascio infine con le sue parole che sono certa, arriveranno come frecce al vostro cuore. “Per essere un uomo ci vogliono le palle. Per essere un uomo d’amore ci vogliono ancora più grosse. Dopo anni di lotte con mio padre, con me stesso e il mio passato, ho sotterrato l’ascia di guerra. Porto la testimonianza che il perdono è l’atto più difficile da compiere. Il più degno dell’uomo. Il mio combattimento più bello. L’amore è il colpo finale. Ormai cammino sul sentiero della pace”.
Tim ha scoperto che il segreto per vincere nella vita è anche saper perdere. Perdere quelle convinzioni sbagliate che non ti rendono libero, perdere quelle idee distorte su di te, che ti incatenano, perdere la voglia di fare giustizia a tutti i costi. Deporre le armi di guerra e lasciare la possibilità alla vita di sorprenderti.