“Flectar ne frangar / Mi piego, ma non mi spezzo.”
Agostino
Questa frase sembra tratta dal film Rocky, in realtà si tratta di una variante del ben più noto motto gentilizio: “Frangar, non flectar” (Mi spezzerò, ma non mi piegherò). Nel suo significato originario, la frase indicava l’integrità morale di chi non cede di fronte a nessuna minaccia. Tuttavia, in italiano, viene spesso citata la traduzione dal significato opposto: “mi piego, ma non mi spezzo“.
In questa accezione, il detto latino è una perfetta sintesi del concetto di Resilienza.
Ebbene sì oggi vi parleremo di questo concetto che sembra essere così astratto ma in realtà vedremo come non lo è.
Prima di tutto, sapete cosa significa?
Con Resilienza si indica la proprietà che alcuni materiali hanno di conservare la propria struttura o di riacquistare la forma originaria dopo essere stati sottoposti a schiacciamento o deformazione. In psicologia connota proprio la capacità delle persone di far fronte agli eventi stressanti o traumatici e di riorganizzare in maniera positiva la propria vita dinanzi alle difficoltà.
Siamo andati fino all’Olympic National Park di Washington, nei pressi della spiaggia di Kalaloch, per portarvi l’esempio dello straordinario Albero della Vita.
A causa dell’erosione del suolo la vita di questo albero è continuamente appesa a un filo, eppure continua a resistere e ad ancorarsi al terreno con le sue radici. Per alcune persone si tratta quasi di una magia. Sembra quasi di trovarsi di fronte ad un albero immortale.
E’ sorprendente che sull’albero proseguano a spuntare nuovi germogli e nuove foglie anche se le sue radici non hanno un contatto abbastanza saldo con il terreno. Eppure l’albero è riuscito a sopravvivere in queste condizioni per anni.
L’Albero della Vita di Kalaloch è un abete del tipo Sitka ma non ha un nome ufficiale. Quindi la popolazione lo ha soprannominato “Tree of Life”. Viene chiamato anche “Albero in fuga” o “L’albero grotta” perché sotto le sue radici si è formata una vera e propria cavità.
La grotta si sarebbe formata nel corso del tempo per la presenza di un piccolo corso d’acqua sotterraneo che sfocia nel mare. Via via l’acqua ha portato via il terreno ed ora l’albero si trova quasi in bilico. Da decenni continua a sopravvivere.
Perché vi abbiamo portato questo esempio?
Questa immensa forza della natura, ci insegna a resistere e ad aggrapparci alla vita senza perdere mai la speranza.
Superare le avversità, rialzarsi dopo una crisi, più forti ed ingegnosi di prima con energia e vitalità.
Sarà capitato a ciascuno di voi di cadere, di fallire, ma nonostante la tante ferite avete la possibilità di smettere di considerarvi delle vittime ed utilizzare le vostre proprie risorse per affrontare il futuro con speranza progettuale. Potete così far spuntare nuovi germogli e nuove foglie da quei vostri rami secchi che sembravano non poter più rifiorire.
Ogni errore, ogni caduta, ogni fallimento è semplicemente una lezione. Non ha senso lamentarsi sul latte versato, piangersi addosso, piuttosto, dobbiamo imparare la lezione e andare avanti.
Tuttavia, non si tratta di ricomporre i pezzi come prima, ma di combinarli in modo diverso per creare qualcosa di nuovo, qualcosa che ci permetta di crescere come persone.
Il dolore e gli errori non sono mai benvenuti, ma siccome fanno parte della vita, hanno un loro ruolo e sono buoni maestri.
Anche il famoso Tiziano Ferro cantava in Sere Nere: “Dicono che mi servirà, se non uccide…fortifica!”
La cosa ancor più positiva è che non si nasce Resilienti ma ci si può diventare!
La resilienza non è una caratteristica che è presente o assente in un individuo; essa presuppone invece comportamenti, pensieri ed azioni che possono essere appresi da chiunque. La chiave di svolta sta nell’essere disposti a pensare di poter sbagliare, ma anche di poter correggere la rotta!
E allora forza cosa aspettate? Cominciate a intraprendere il vostro primo passo verso il paese della Resilienza!
Lasciatevi guidare dal nostro amico Albero della Vita!