“BASTA CON LE INTERROGAZIONI” INTERVISTA A EZIO ACETI

da | Nov 16, 2016 | testimonianze ed interviste | 0 commenti

fileUna Ferrari che sfreccia a cento all’ora contro corrente, questa è l’impressione che si ha ascoltando Ezio Aceti, psicologo e studioso dell’età evolutiva che noi del Pog abbiamo deciso di intervistare. Il suo modo di parlare è unico, sganciato da qualsiasi formalità accademica è capace di cogliere le necessità di bambini e adolescenti senza perdersi in teorie sterili. Il nostro desiderio era avere il punto di vista di un professionista sui giovani di oggi e sulla scuola.

Dottor Ezio Aceti, per lei l’adolescenza che tempo è stato?
“E’ stato un tempo molto bello, c’erano tante idealità e soprattutto una voglia matta di diventare grande”.

Qual è secondo lei il pericolo più grande oggi per i giovani?
“Il primo pericolo è che non hanno punti di riferimento e valori per cui vivere. Si lasciano vivere e purtroppo siamo in un mondo pieno di stimoli vuoti e il rischio è proprio che questi ragazzi facciano tante esperienze senza avere nulla in mano”. Lo psicologo puoi continua precisando “Questo che ti dico ora lo devi scrivere: quanti ragazzi credono oggi? Tanti anni fa erano pochi gli atei, ora è l’opposto. E questa è colpa nostra, degli adulti. Non credono perché non hanno fatto esperienza di Gesù e pensano sia solo un’idea. Non hanno imparato a relazionarsi con una persona che è dentro di loro. Pensano che non esista.”
L’intervista con lo studioso prosegue in un clima pieno di stupore che non si smentisce di fronte alle sue affermazioni così dirette.

Quale consiglio darebbe oggi a insegnati e genitori?
“Dovrebbero modificare il metodo che hanno utilizzato fino ad ora e iniziare a trattare i giovani come adulti non come bambini”. Dietro una così forte dichiarazione lo psicologo spiega esserci la convinzione che il problema oggi è proprio quello di non permettere ai bambini, agli adolescenti e ai giovani di crescere, di prendersi le proprie responsabilità, di farli innamorare della vita. “Ancora con questa storia delle interrogazioni. Non è vero che i ragazzi non hanno voglia di studiare”.

Forse, prendendo spunto da quanto afferma Aceti, il problema oggi non è più andare a scuola per imparare nozioni di cui abbiamo accessibilità rapida da uno smart-phone, il punto fondamentale è educare, è accendere la curiosità di questi ragazzi, è metterli di fronte alla bellezza, imparare a sceglierla. “Quando erano pronti a prendere le loro decisioni a 7 anni non lo abbiamo permesso. Ne è dimostrazione il fatto che in una classe se non puliscono i bidelli non lo fa nessuno e invece basterebbe dire ai bambini che quella classe è loro, che ce la puliamo noi perché è bello così. Bisogna farli diventare autonomi questi giovani – conclude lo psicologo lanciando un appello – sono così sicuro che quello che dico è vero che ho una voglia matta di venire a parlare con voi ragazzi e discutere di tutte queste robe, aspetto solo un invito!”

Contro corrente e diretto, questo è Ezio Aceti. Se è vero che la società cambia, i ritmi sono serrati, i mezzi a nostra disposizione si moltiplicano, ricordiamo che il cuore dell’uomo è sempre lo stesso, assetato di bellezza, di autenticità, di felicità, di libertà. E citando Eduardo Salierno, professore di Brand Design, invito professori, genitori ed educatori a ricordare questo: “INNAMORIAMOCI DEGLI OBIETTIVI, NON DEGLI STRUMENTI”.

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